Perché i dati sulle vendite dei libri risultano irreperibili?

Da anni è diffusa la voglia di conoscere meglio il mercato librario dando un’occhiata agli effettivi dati di vendita. Chi per passione, chi per lavoro (mi riferisco in particolare ai librai), sono in molti a voler capire le cifre riferite alle copie stampate e vendute. Eppure, non sempre è possibile: anzi, nella maggior parte dei casi giungere a una risposta certa sembra un’utopia.
Le case editrici non forniscono questo dato da tempo, come se si trattasse di un segreto inconfessabile. Per cercare di scoprire qualcosa sulle vendite di un titolo o, più in generale, di un autore, sembra essere indispensabile avere conoscenze nel settore, interne ai meccanismi di produzione dei libri. Ma perché è così difficile e come aggirare il problema? Scopriamo insieme dove trovare dati di vendita libri.

Dove trovare dati di vendita libri: le classifiche

Solitamente per scoprire l’andamento del mercato librario lo strumento più affidabile è costituito dalle classifiche. Che siano di distributori online (IBS e Mondadori, per citarne solo due, mostrano i titoli più acquistati della settimana) o di inserti autorevoli (Robinson, La lettura e così via), ciò che queste classifiche hanno in comune è il fatto di non mostrare il numero effettivo di copie vendute. Per un lettore però sapere che un titolo è stato più acquistato di un altro è interessante fino a un certo punto: la maggior parte delle persone infatti non ha alcuna idea di quante siano le copie vendute in media in Italia per ogni libro. E scoprendolo, si potrebbe rimanere delusi.
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Le classifiche non forniscono dati specifici sulle copie vendute, ma creano solo proporzioni tra i libri
Le classifiche mostrano solo un ordine di vendita e chi vuole saperne di più deve accontentarsi di semplici proporzioni. Il massimo che si può scovare è quante copie, in percentuale, sono state vendute rispetto al libro più acquistato. In alcune classifiche infatti il primo titolo viene contrassegnato con il numero “100” e quelli successivi con cifre inferiori. Dunque se un titolo è affiancato da “70” significa che ha venduto il 70% delle copie rispetto al primo in classifica. Ma quante sono? Impossibile scoprirlo.

Il numero è qualità?

Prima di scoprire quali siano le vendite medie di libri in Italia e dove trovare le cifre più precise, è necessaria una riflessione. Sembra scontato, ma è importante sottolineare che nella mente di ognuno di noi si crea automaticamente una connessione: siamo invogliati a comprare i libri più acquistati perché crediamo siano i migliori. Questo ha serie ricadute sul mercato. Infatti più copie un libro ha venduto, più ne venderà.
Le case editrici conoscono bene questo meccanismo mentale che porta i consumatori a farsi trascinare dal mercato. Ecco dunque che, quando un libro diventa un bestseller, troviamo sulle fascette con cui viene esposto in libreria il proliferare di cifre strabilianti. L’opera così si promuove da sola: se ai lettori si dice che ha venduto centinaia di migliaia di copie, essi saranno più propensi ad acquistarlo. Eppure sorgono spontanee alcune domande. Il numero citato è effettivamente veritiero? A quale periodo si riferisce? Ed è davvero una prova di qualità? Neanche questo dunque sembra uno strumento affidabile per scoprire i dati che stiamo cercando.

I dati medi

Ora è dunque venuto il momento di svelare quanto vende in media un libro in Italia. Le cifre elencate sono solo indicative: per capire dove trovare quelle più specifiche occorre attendere il prossimo paragrafo. In generale, tutto dipende se si tratta di un esordio o uno scrittore di successo, ma anche se si pubblica con un piccolo, medio o grande editore. Un esordiente si stabilisce spesso sulle tre o quattromila copie e si pensa sia un successo arrivare a seimila. Per i piccoli editori però è ancora più difficile: toccare le mille copie vendute è già un grande traguardo.
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La tiratura per un libro di un autore famoso è intorno alle diecimila copie, dato che cambia anche in base alle cifre di vendita precedenti
Se invece parliamo di un autore già noto, tutto dipende dalle copie acquistate in precedenza. L’obiettivo infatti è evitare i due grandi mostri della distribuzione libraria: che i libri rimangano nei magazzini con il rischio di rovinarsi e che i librai rendano troppe copie invendute. Spesso si fa dunque affidamento su questi dati per la prima tiratura (ovvero il numero di copie stampate per l’uscita del libro), che si assesta intorno alle diecimila. Se prima per entrare in classifica era necessario superare le ventimila copie vendute alla settimana, cifra a cui potevano ambire solo i più conosciuti, oggi la situazione è molto più drammatica. La media settimanale infatti si assesta intorno alle quattromila copie e, nei periodi di maggior crisi, ne bastano addirittura mille.

Dove trovare dati di vendita libri affidabili

Eccoci dunque alle fonti più affidabili per scoprire i dati di vendita. Per ottenere i numeri precisi, anche settimanalmente, ci sono due modi. Il primo è conoscere delle fonti certe, sicure. Alcuni editori o agenti letterari spesso sanno fornire numeri quasi esatti. Eppure non tutti hanno contatti con queste figure e non sempre esse sono intenzionate a diffondere tali informazioni. Non è così assurdo: certe case editrici fanno firmare ai propri autori addirittura accordi di segretezza affinché i dettagli non circolino. Dunque, rimane l’ultima possibilità: pagare coloro che forniscono il servizio che ci serve.
Due aziende particolarmente affidabili sono Nielsen e GFK. In particolare la prima società ha attivato da svariati anni un servizio chiamato “BookScan”, seguendo il successo di “SoundScan”, che monitora le vendite nel settore della musica. Nielsen BookScan è dunque usato per tracciare in modo preciso e affidabile le vendite di libri in dieci paesi, tra cui l’Italia. Questo fornitore ottiene i dati con la tabulazione dell’attività dei venditori di libri al dettaglio. Si crea prima una divisione per genere, poi per autori o titoli, ma anche addirittura per edizione.
Si tratta di un servizio costoso, che non tutti possono permettersi. A rimetterci insomma sono soprattutto gli addetti ai lavori fuori dagli ambiti produttivi. I librai, per esempio non hanno la possibilità di acquistare dati frequenti di vendita, dunque possono basarsi solo su quanto loro stessi hanno venduto in precedenza. Così si crea un circolo vizioso dannoso per l’editoria e per la scoperta di nuovi talenti: i librai tenderanno a vedere gli autori che danno loro maggiore sicurezza e dunque sugli scaffali si troveranno sempre gli stessi nomi. Prima di arrivare a un punto di non ritorno è necessario fare qualcosa per invertire questa tendenza. Come? Sta alle nuove generazioni cercare un modo per riformare l’intero meccanismo, in modo che nessun anello della catena produttiva e distributiva rimanga escluso.

Katia Tenti. Copyright © 2022 All rights reserved.

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Category: Editoria

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